Capo dei Cosacchi del Dnepr, eroe nazionale dell'Ucraina.
Appartenente a una famiglia della nobiltà di Cigirin, fu incaricato di
difendere gli interessi dei signori cosacchi spodestati dai nobili della Polonia
durante la dominazione di questi nel XVII sec. Nel 1648 gli Ucraini insorsero
compatti, sotto la guida di
C. loro
atamano. Alla rivolta si
unirono i contadini delle province dell'Ucraina che si ribellarono ai
proprietari fondiari e ai funzionari polacchi. Dapprima le sue forze riuscirono
ad avere la meglio, tanto che nel 1649 i Polacchi dovettero accettare la pace,
firmata a Leopoli e furono costretti a far larghe concessioni. Il trattato non
fu però mai applicato e la guerra riprese, volgendo a favore dei
Polacchi. Il peggioramento della situazione lo indusse a rafforzare i legami con
Mosca e a condurre negoziati con lo zar, nella speranza di ottenere un appoggio
concreto. Dapprima Mosca reagì cautamente, come già aveva fatto
coi Cosacchi del Don, ma in seguito alle gravi sconfitte subite e al pericolo di
un totale assoggettamento dei Cosacchi alla Polonia o alla Turchia, nel 1653
l'assemblea nazionale di Mosca decise che, per difendere la fede ortodossa, lo
zar doveva porre i Cosacchi sotto la sua protezione e, nel gennaio 1654,
C. presiedette una solenne assemblea (
rada) cosacca che
approvò l'unione con Mosca che, da parte sua, concedette ai Cosacchi "la
sua protezione e il suo favore", riconoscendogli il diritto di eleggere il loro
atamano. Ciò rese inevitabile la guerra tra la Russia e la
Polonia-Lituania, cui apparteneva ancora nominalmente il territorio abitato dai
Cosacchi del Dnepr. L'esercito russo invase il granducato di Lituania e le
regioni sud-orientali della Polonia, riportando una serie di vittorie,
così che in pochi mesi tutti i territori vicini al Dnepr e alla Dvina
furono occupati. Ma, alla morte di
C. nel luglio 1657, seguirono
disordini in Ucraina e, sotto il nuovo atamano Ivan Vygovskij, i Cosacchi
passarono dalla parte della Polonia (Czehryn o Cigirin 1593-1657).